I social media come li conosciamo oggi hanno indubbiamente occupato uno spazio sempre crescente nelle nostre vite, in taluni casi migliorandole, ampliando la comunicazione e facilitando anche il raggiungimento di servizi e informazioni. È vero nel caso di moltissimi ambiti diversi, ma avevate mai pensato che potesse applicarsi anche alla salute? La discussione viene sollevata dal New York Times, per la precisione su uno dei blog che ospita l’intervento di un medico che si pone il problema dell’opportunità di essere reperibile dai propri pazienti anche su Facebook e Twitter.
Da una parte se ne considerano le potenzialità e le caratteristiche di immediatezza, facilità, reperibilità e quel senso di maggiore libertà che dà la comodità di parlare con il proprio medico direttamente da casa, chiedendo un parere al volo o ricavando informazioni utili dalla pagina del profilo (per esempio sugli orari di ricevimento o sui periodi di assenza). Dall’altro si solleva il problema del rapporto tra medico e paziente che non può in alcun caso essere mediato da un rapporto attraverso uno schermo, né sostituito da una diagnosi a distanza senza una visita vera e propria.
Voi come la pensate? Vi fidereste di un medico su social network? E non riterreste una violazione della privacy ad ogni livello la condivisione di faccende tanto personali come quelle di salute su una pagina pubblica?
Foto | benessere blog
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