L’abbigliamento intelligente non è più solo fantascienza: dalla maglietta che controlla il sudore a quella a ioni negativi, abbiamo visto che è solo questione di tempo perché certe tecnologie possano applicarsi anche ai capi sportivi, se non a quelli di tutti i giorni. La mutanda, però, vi confesso che non me l’aspettavo.
Al suo interno ha elettrodi in carbonio che permettono di monitorare la pressione arteriosa, il ritmo cardiaco e altri segni vitali, mantenendo un costante controllo nel caso, per esempio, di pazienti diabetici o con patologie cardiache.
Nell’elastico si trovano biosensori elettronici che restano in contatto con la pelle e rilevano continuamente i dati necessari. È un’idea del dipartimento di nanoingegneria dell’Università di San Diego che apre nuovi scenari sul trattamento a distanza di pazienti con patologie croniche.
Sarà l’esercito americano a testare per primo questi nuovi indumenti avveniristici. Gli sviluppi futuri dell’applicazione sperano di poter intervenire anche con il rilascio graduale e a dosi prestabilite di farmaci adatti a curare eventuali problemi rilevati dai sensori. Un medico in tasca, praticamente?
fonte:benessereblog
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