Se si fa una ricerca su internet,cercando la parola "Università on line" ne troviamo di tutti i colori e tutti i generi.
Sono i nuovi servizi che offrono le università private e anche qualche statale,per i vari disagi che possono avere i stessi alunni.
Ma come lo pensa il nostro governo?
A fare il punto della situazione è il "Cnvsu", Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario che ha voluto fare luce di questa novità,con il risultato che se un’iscrizione a un corso di laurea costa in media tra i 5 e gli 8mila euro l’anno, altrettanti ne servono per il “centro di assistenza” a quell’ateneo collegato, per una laurea triennale si arriva a spendere anche 18mila euro.
Gli studenti dal 2003 a oggi sono aumentati del 900%: erano 1.529 nell’anno accademico 2004-2005, oggi sono 14mila.
Problemi di cui il ministro Gelmini è stato messo al corrente con una dura lettera in cui gli esperti chiedono un «intervento normativo».
Alcuni campus sono legati a doppio filo con famosi centri di assistenza agli esami come E-campus, filiazione universitaria di Cepu o l’Unisu, con alle spalle Universitalia, istituto romano privato di preparazione agli esami.
Ma non tutte le strutture sono riconosciute dal Miur. Alcune, senza autorizzazione, vanno a formare un “sistema parallelo” che consente di ottenere una laurea a pagamento in tempi da record, accorciando corsi di studio e collezionando crediti formativi.
La palla passa alla Gelmini: arriverà il decreto richiesto? Intanto nella riforma dell’università è arrivata l’opportunità di dare a questi atenei fondi sulla base del merito.
Nessun commento:
Posta un commento